Nel primo dopoguerra, l’Ufficio Imprese Giorgini divenne subito un’istituzione a Firenze, perché fu il primo Ufficio Edilizio della zona a creare un ponte tra la favolosa offerta della produzione artigianale fiorentina, che affondava le sue radici in epoca rinascimentale , e compratori americani, che venivano a Firenze per l’argento, l’oreficeria, il legno intagliato, i ricami, il ferro battuto, il cuoio e, non ultima, la moda, che nasceva a Palazzo Pitti.
La signora Gina Pestelli, moglie di un noto gioielliere fiorentino, è stata l’addetta a ricevere il signor William Smith, l’acquirente ufficiale di Cartier USA, arrivato direttamente da New York. L’ordine da lui effettuato comprendeva anche alcuni nostri pezzi, in particolare scatole e cornici con inserti in malachite e dorature con oro 24 carati.
Alla fine non è andata nemmeno male visto che non potevamo essere presenti, perché in contemporanea avevamo un appuntamento con un nostro importante e affezionato cliente.
Qualche mese dopo il Sig. Smith ritornò, ma questa volta volle venirci a trovare in Azienda e qui vide quelle che erano le nostre specialità: gli smalti a fuoco.
E’ iniziata così una proficua collaborazione.
Qualche anno dopo abbiamo partecipato al prestigioso New York Jewellery Association Show, che ci vedrà poi espositori per i successivi 26 anni.
La nostra presenza alla fiera americana ha rafforzato notevolmente il rapporto con Cartier USA.
Quando siamo partiti eravamo anche timorosi, nel senso che non sapevamo come avrebbero interpretato la nostra presenza.
Ma come ci ha detto lo stesso signor Smith:
“Salimbeni siete le persone più corrette e rispettose che conosco”.
E mentre ci diceva questa frase, ci ha regalato alcune fotocopie dei disegni di Louis françois Cartier per riprodurli sulla nuova collezione.
Sono nati così portasigarette, sacchetti per cipria, borse da sera, cornici e scatole in esclusiva per il Silver Department, la prestigiosa “silver lounge” al primo piano del negozio Cartier sulla Fifth Avenue a New York.
In un’occasione arrivò anche una richiesta personalizzata, ovvero rifare una borsa da sera che Cartier realizzò per l’attrice Mary Pickford negli anni ’20 -’30, abbinata anche ad un portasigarette e ad una borsa portacipria che erano alloggiati al suo interno. della borsa.
Il nostro lavoro si è rivelato molto buono ed è stato inserito anche nel catalogo Cartier che una volta all’anno inviavano a tutti i loro migliori clienti.
All’epoca, verso la fine degli anni ’80, il presidente di Cartier USA era Mr. Ralph Destino e la proprietaria era Madame Natalie Hocq.
L’abbiamo incontrata personalmente e lei voleva incontrarci ogni volta che andavamo a New York.
A metà degli anni ’90 la signora Hocq, forse un po’ stufa di New York, forse perché aveva ricevuto una grossa offerta, decise di vendere l’azienda ai cugini francesi che da tempo cercavano di riunire tutto sotto un’unica proprietà.
I nuovi proprietari, però, avevano una politica ben precisa, meno americana e più francese, ovvero quella di eliminare completamente il reparto argenti e dedicarsi interamente alla gioielleria e a “Les Must de Cartier”, che non comprendeva l’argenteria. Molti degli articoli che avevamo in cantiere per Cartier USA non sono mai stati consegnati a causa della rottura quasi improvvisa dei rapporti.
Il signor William Smith è venuto ad informarci che non saremmo più stati loro fornitori e che tutti gli oggetti pensati e realizzati per loro avrebbero potuto essere venduti a chi volevamo anche se noi, per correttezza, non lo abbiamo mai fatto almeno sul territorio degli Stati Uniti, anche se alcuni dei loro “negozi in franchising” continuavano a richiederla.
Negli anni successivi siamo rimasti sempre in contatto con il Sig. Smith che dopo essere andato in pensione, già piuttosto anziano, veniva a trovarci alla fiera di New York e non mancava mai di darci qualche buon consiglio.
La sua assistente Margaret Ann divenne invece una buyer di Gucci.
Nella nostra collezione abbiamo ancora numerosi altri oggetti che realizzammo all’epoca per Cartier USA.